La nuova lente progressiva

LENTE PROGRESSIVA A GEOMETRIA INTERNA

Molti clienti, ma anche molti ottici, confondono la classica lente progressiva, nata nei primi anni del 1950 e poi evolutasi, con quella in voga oggi. La tecnologia utilizzata per produrre queste due tipologie di lenti sono molto differenti. Per questo al portatore finale va ben spiegato quanto sia diverso utilizzare una progressiva di “vecchia” generazione e una di “nuova”.

Le lenti progressive più conosciute sono probabilmente le lenti Varilux, commercializzate verso la fine degli anni ’50 e molto simili alle attuali lenti bifocali. Tali lenti possedevano infatti una metà superiore priva di aberrazioni destinata all’utilizzo “da lontano” e un segmento inferiore destinato al “vicino”. Le lenti progressive come noi le intendiamo sono nate nel 1972 (Variulx 2). Nonostante i passi da gigante queste lenti erano utilizzate in scala ridotta, poichè gli ottici ancora ritenevano che fossero “difficili da portarte”.

Solo dagli inizi degli anni ’80 si iniziarono a vedere in commercio le lenti progressive asimmetriche che ancora sono in commercio. Infatti è dall’inizio di questo decennio che le più grandi aziende produttrici di lenti oftalmiche cominciarono a puntare forte su questo nuovo tipo di lente. Dagli anni ’80 fino ai primi decenni del nuovo millennio la lente progressiva continuò la sua evoluzione alla ricerca della forma perfetta.

Solo nell’ultimo decennio però la lente progressiva ha subito una trasformazione radicale. Da lente progressiva a geometria esterna, tutt’ora utilizzata da molti ottici grazie alle ottime condizioni economiche proposte dai produttori, siamo passati ad una lente progressiva a GEOMETRIA INTERNA o progressione interna.

Ora cercherò di spiegare in modo semplice quale sia la differenza tra le due lenti, sia in termini di realizzazione che in termini di comfort visivo.

Quando realizza una lente, il produttore, lavora un semifinito (un dischetto di materiale plastico o di vetro). Da questo dischetto viene asportato il materiale in eccesso e viene “estratta” la lente che noi conosciamo. Grazie a mole particolari e computer è possibile lavorare tale lente così da darle la diottria necessaria. Le vecchie lenti progressive venivano lavorate esternamente. Le nuove invece vengono lavorate nella superficie interna. E il vantaggio dove sta? Semplice, lo spiego con un esempio che può rendere l’idea. Se provate a guardare attraverso una serratura vedrete meglio avvicinandovi al foro. Molti penseranno che sia scontato. Per questo è scontato capire la reale e tangibile differenza tra una lente a geometria esterna ed una a geometria interna. Avvicinando la progressione all’occhio, il portatore percepirà l’ampiezza del canale di progressione. Per questo chi utilizza delle nuove lenti progressive si adatterà molto più in fretta. L’occhio faticherà ad uscire dal canale di progressione e la visione sarà nettamente più nitida, poiché le aberrazioni saranno “spinte” in periferia.

Come dicevo, però, molti ottici continuano ad utilizzare lenti progressive “standard”. Il motivo è quasi sempre economico. A volte però sta anche nella pigrizia nel voler approfondire un argomento delicato come quello della lente progressiva. Così facendo però il cliente non sempre può provare con mano la nuova lente progressiva e continuerà a far circolare la voce che “la lente progressiva da problemi”. Ormai non è più così. Se chi vende le lenti sa quel che fa e soprattutto conosce il prodotto che sta vendendo, sarà davvero facile far capire ai consumatori che le lenti progressive oggi sono completamente diverse da quelle di un tempo. Cerchiamo di proporre il meglio, sempre.